… e allora: tanti auguri, donne!

Che cazzata la festa delle Donne. Ho sempre pensato che fosse un implicito riconoscimento che gli altri 364 giorni dell’anno sia la festa dell’uomo! Però in fondo le feste “cicliche” e “comandate” un senso, un utilità possono averla: possono servire a farci ricordare, a farci riflettere su qualcosa. E se riflettiamo sulle donne di oggi cosa vediamo? A me personalmente sembra che essere Donna oggi in Italia sia più difficile che in passato. Dove per donna non si intende né “casalinga, allevatrice di figli e  regina della casa” né “arrampicatrice sociale per vie moralmente discutibili” né tantomento “velina”. Ovviamente non è la mera appartenenza a queste categorie a rendere una donna meno Donna. Il punto, come direbbe Morpheus, è la scelta. Penso che in realtà queste siano le uniche categorie possibili per una donna.

Specie guardando gli ultimi scandali quello che viene fuori, il più delle volte, è che coinvolgono quasi soltanto uomini e che la donna è quasi sempre solo oggetto di scambio. Questo non perché gli uomini siano più corrutibili delle donne ma solo perché ci sono poche donne con abbastanza potere/denaro per essere corrotte/corruttrici. E a chi cresce adesso, chi magari ha 12-13 anni, che idee possono venire per il proprio futuro? Che prospettive possono avere? Pensate che per loro sia più allettante diventare la nuova Margherita Hack oppure diventare nel migliore dei casi una cantante, oppure una velina o peggio una che la dà al politico di turno per una poltrona? Siamo quello che facciamo e il più delle volte facciamo quello che vediamo. Questo vuol dire che l’influenza del clima attuale in questo campo ce la porteremo avanti per 30 anni, come minimo. E allora? E allora sarebbe bello che almeno una volta all’anno, almeno per un giorno, le donne, magari soprattutto quelle che non ci pensano gli altri giorni, riflettessero su quanto, come categoria, non siano libere: persino quelle come la Carfagna et similia non sono altro che schiave di un sistema che contribuiscono ad alimentare. E allora? Sarebbe bello se le donne avessero coscienza ed indignazione per questo. Se tornassero a rendersi conto di quanto è difficile essere una donna libera in Italia, oggi, non tanto per loro stesse quanto per chi sta crescendo in questa situazione.

Care Donne, forse però preferite così. Forse non pensate che sia così grave, non pensate che sia un problema oppure vi rassegnate: la situazione è quella che è e non ci si può fare niente. Forse vi fa solo piacere che oggi gli uomini vi portino una mimosa per tornare a guardarvi come oggetti gli altri giorni, perché forse anche voi vi vedete così. In tal caso ci sarebbe davvero poco da fare, per voi. E allora? … e allora: tanti auguri, donne!

~ di Gray su marzo 8, 2010.

Lascia un commento