Nuculare, si pronuncia nuculare

Questo post è una risposta a questo pezzo che a sua volta era la risposta al mio post precedente. Come potete leggere, il mio pezzo voleva essere una provocazione, in generale, sul voto al referendum. E’ stata intesa come una requisitoria anti-nucleare, populista, senza se e senza ma. La reazione: più di 3000 parole con uno stile ironico e brillante, a tratti pungente e provocatorio. Ma una volta levatasi la cortina scintillante di una prosa pregiata (che migliora con gli anni) la cantilena è la stessa dei vari pronucleare della TV, che si ergono a pragmatici risolutori contro gli idealisti dell’ambientalismo a tutti i costi. E per carità, alcuni sono davvero così, dicono no a prescindere e pensano che potremmo ricavare energia semplicemente abbracciando gli alberi. Io, e chi mi conosce lo sa, non appartengo a questa categoria. A me piace entrare (a volte a gamba tesa) nel merito, discutere e giungere ad una sintesi. E quindi ad una decisione. (D. prendi nota)

Per motivazioni di tempo, di spazio e di pazienza non risponderò a tutte le osservazioni mosse dal nostro eroe, anche perché molto di ciò che ha scritto sono indiscutibili informazioni  basilari sulla questione “Energia” e non strettamente pertinenti alla questione “Nucleare”, cioè, volevo dire “Nuculare”. (A D. piace prenderla alla lontana, si sa!)

In generale volevo spendere due paroline sul tono dell’articolo. E’ facile dire:

È di pubblica conoscenza i grossi lavori per realizzare una centrale, che forse son più sociali (nessuno le vuole) che economici! Ammortato il costo, beh, il guadagno è grosso e la vita può anche essere di 80 anni. Sapete quanto vive un impianto fotovoltaico? 25 anni in media.

O ancora:

[…] sapete quanto carbone ci vorrebbe per produrre l’energia per cui bastono solo 10grammi di uranio? 900 kg. 0,01 : 900. Fatevi un po’ le proporzioni.

Allora è vero che conviene? Ma anche no! Il nostro eroe qui ha scordato di dire alcuni fattori determinanti, soprattutto per un pragmatico che vuole affrontare gli idealisti: per esempio, per dirne una, s’è scordato i costi. Una centrale nucleare costa diversi miliardi di euro, l’impianto fotovoltaico migliaia di volte in meno. Il carbone costa circa 100$ alla tonnellata mentre l’uranio costa 115$ al kg, e bisogna considerare i costi maggiori di trasporto e trattamento (l’uranio non puoi semplicemente metterlo in un camion con un telo sopra). Riportare i dati in questo modo non è particolarmente obiettivo, per chi dice di voler pensare con la propria testa in opposizione alla massa di pecoroni che si fanno prendere dall’isteria.

Anche riportare tabelle anonime come questa non è molto credibile. Per esempio potrei citarti questa:

che ho preso da Wikipedia alla voce “Energia Nucleare”. Il nucleare risulta il più costoso, se si considerano tutti i costi, sia per il MIT che per la Commissione Europea (non parliamo mica di Greenpeace). Tralasciamo altre inesattezze e improprietà varie, tralasciamo anche che s’è scordato di dire che l’uranio sta per finire (si parla di qualche decennio), fattore forse trascurabile secondo lui. Quello che principalmente manca nel pezzo del nostro eroe è proprio il pragmatismo di tipo progettuale sull’argomento in esame: il nucleare in Italia! Non si può pensare al nucleare come ad un piano perfetto da applicare in un mondo ideale.

Primo, perché parliamo di entrare, da zero, nel nucleare:

“Così, in via del tutto generale, un conto è costruire un nuovo reattore in un paese, Francia ad esempio, che di simili impianti ne ha già molti, un conto è farlo dove non ve ne sono. Non è la stessa cosa. Non lo è sul piano dei costi: in uno studio del 2009 Moody’s stimava il costo del kilowattora di nuovi impianti del 35 per cento più alto di quello degli impianti esistenti. Non è la stessa cosa sul piano dei tempi. Costruire un reattore richiede circa cinque anni più i tempi burocratici e amministrativi: l’iter del nuovo reattore Epr finlandese (come quelli che si vogliono fare da noi) è iniziato nel 1998 e si dovrebbe concludere nel 2011-12, mentre il nostro governo stima (stimava, cioè) che il primo reattore sarà connesso alla rete entro il 2020. Dopodiché resterà in attività per sessanta anni.”

(e cito da qui, che avevo già citato nel mio primo articolo).

Secondo, perché siamo in Italia. E di questo fatto non si può non tenerne conto. Non è il problema energetico che ci spinge “sempre più fuori (ancor più) dall’ottica di competizione internazionale”. Sono la corruzione e la criminalità che ci costano quasi 300 miliardi di euro all’anno (ne spendiamo 35 importando energia), il tutto con la piena collaborazione (a volte si parla proprio di regia) della nostra classe dirigente. In un paese come il nostro dove le cose vengono costruite così, così, così, così o così è assolutamente idealistico pensare che una centrale nucleare venga costruita nei tempi previsti (il governo ha previsto meno di 10 anni, in Finlandia ce ne mettono 15 … si accettano scommesse: la finiremo prima o dopo il ponte sullo stretto?) e, soprattutto, in assoluta sicurezza. Anche tenendo conto che l’Italia è un paese a forte rischio sismico.

Già me lo immagino. Solo per la scelta del sito ci vorranno anni: alcuni siti saranno scartati per non infastidire governatori amici, altri per via delle proteste della popolazione locale. Quindi inizieranno i lavori, magari affidati alla solita amica: la Impregilo, più volte implicata in corruzioni, concussioni e catastrofi ambientali e umanitarie come quella dell’Aquila. Ricordiamo che alla Impregilo abbiamo affidato già il Ponte sullo Stretto, la SA-RC e parte delle infrastrutture per lo smaltimento rifiuti in Campania. Eppure tu pensi che il rischio sia una cosa che pesa poco sul piatto della bilancia, e che una centrale nucleare la faranno bene. E io sarei l’idealista? Nella migliore delle ipotesi, secondo me, ci ritroveremo tra 20 o 30 anni ad innaugurare una tecnologia obsoleta (perchè già oggi gli investimenti nelle alternative hanno superato quelli sul nucleare) che saremo costretti ad utilizzare (perché ormai l’avremo costruita) anche quando sarà economicamente svantagiosa (perchè il prezzo dell’uranio diventerà sempre più alto man mano che si esaurirà).

Sensatamente, si può chiedere quale sia l’alternativa al nucleare. A conti fatti, può non essere la scelta più conveniente, sicuramente non lo è a breve termine, ma ancora una volta, anche definendo una soluzione alternativa, non si può eludere il punto: con questa classe dirigente, anche l’eolico e il fotovoltaico fanno più danni che altro! Qualsiasi piano per l’energia, qualsiasi piano di sviluppo che miri a rilanciare il paese deve passare attraverso un ricambio al vertice. In altre parole: a questi non possiamo far fare amministrare nemmeno un condominio, figuriamoci una centrale nucleare. E se non riusciremo a mandarli via, non ci resta che un lento (se ci va bene) declino. Ma questa è un’altra storia.

P.S. Scusate se mi sono dilungato: dev’essere contagioso!

~ di Gray su giugno 7, 2011.

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