La zampa d’elefante

elefante

Mi capita spesso. Beh, è vero anche che per me è una specie di mania, un’ossiessione. Si comincia a parlarne e le reazioni, in genere, sono di due tipi: da un lato ci sono quelli come me e dall’altro ci sono quelli che cominciano a guardarti scocciati, annoiati. I più educati cercano di dissimulare, di non fartelo capire aspettando pazientemente. Altri ti interrompono e cambiano argomento. Altri ancora provano a dire qualcosa ma senza troppa convinzione. E poi ci sono quelli che liquidano tutto con una battuta.

Per me è una cosa scomoda. E’ quasi un handicap. Voglio dire che è una cosa importante. Sbaglierò, forse. Non lo so ma io penso che sia importante e che riguardi tutti. Eppure non sento di poterne parlare liberamente. Devo prima sondare il terreno. Cercare di capire, quando ho a che fare con qualcuno che non conosco bene, se può essere interessato all’argomento oppure no. Cercare di capire se gli va di discuterne o se sarebbe solo scocciato.

Una situazione che mi è capitata più volte si svolge più o meno così. Un gruppo di persone, tu e un’altra che parlate di quest’argomento. Appartati, in disparte, quasi di nascosto. Come se fosse qualcosa di cui vergognarsi. E se qualcuno ti scopre fa quella faccia tipica che sta a significare: “Che palle!” e poi scappa.

La cosa peggiore che si può fare è cercare di capire, parlandone con gli altri, perché c’è questo disinteresse. Sicuramente è un loro diritto. O no? A dire la verità secondo me lo è fino ad un certo punto. Ma non è che li si può costringere. E poi forse è vero, sono anche io che forse esagero con questo argomento. Qualche volta anche io ho cercato di capire perché non interessa. Le reazioni più comuni sono:

– menegreghismo, “tanto non mi cambia niente”;

– impotenza, “tanto non posso farci nulla”;

– qualunquismo, “tanto sono tutti uguali”;

e infine la più gettonata e spesso associata alle altre, nonché la mia preferita, è la risposta del disilluso: “tanto è una cosa sporca”.

Che il menefreghismo sia un’approccio decisamente miope è evidente: tu te ne potrai anche fregare ma l’argomento in questione influenza la tua vita. Quelli che invece pensano di non potere nulla sono come quelli che siccome c’è lo smog allora pensano che non serva a nulla smettere di fumare. Il qualunquismo invece è già ad un livello superiore. Spesso è un po’ un alibi per chi, in fondo, sa che dovrebbe interessarsi e non lo fa. In fondo è solo un pregiudizio per giustificare la propria pigrizia. E infine il mio preferito: il disilluso. Quello che tanto “è una cosa sporca”. Ma se quelli che capiscono l’importanza della “pulizia” non si interessano e l’argomento viene lasciato agli altri è chiaro che la cosa continuerà a restare sporca, no?

Tanto ormai è andata così. La nostra generazione ha i suoi argomenti di moda e i suoi temi out, e questo è out. Già, forse è solo una questione di moda. Negli anni ’70 era di moda, come i pantaloni a zampa d’elefante, e oggi invece no. E allora? Sapete che vi dico? Chissenefrega, mica dipende da me, e poi neanche li si distingue più: sono uno peggio dell’altro.

Ah, se hai letto fin qui e non hai ancora capito, non preoccuparti, parlavo di politica.

~ di Gray su aprile 16, 2010.

6 Risposte to “La zampa d’elefante”

  1. Mi sa che hai proprio ragione… la politica assomiglia davvero ai pantaloni a zampa di elefante. Ma lo sai, no? Prima o poi tutto torna di moda, anche i pantaloni a zampa d’elefante. E la politica con essi.;-)

  2. Non c’è che da sperare di non essere troppo vecchi prima che accada! Grazie per la visita!

  3. Non c’è di che 🙂

  4. Quest’articolo è bellissimo. Mi ci ritrovo al 100%.
    Ricambio gli auguri, non vorrei essere colpevole di complimenti sfigati. Però concedimi di dire che quest’articolo è formidabile. 😉
    Marta

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